Quotazione MPS 2020 previsioni di Borsa su Monte Paschi Siena

Nel corso degli ultimi anni le vicende della banca Monte dei Paschi di Siena sono state spesso protagoniste dei titoli di giornali e TG: cerchiamo di capire gli sviluppi che possono coinvolgere l’istituto senese in modo da poter fare delle previsioni per il futuro in merito alla quotazione in Borsa delle azioni MPS e valutare se e come è possibile investire o fare trading online su questo titolo.

Monte dei Paschi di Siena: da banca più antica a scandalo

Il Monte dei Paschi nacque come monte di pietà nel 1472 e per questo motivo viene oggi riconosciuta come la banca attiva più antica non solo d’Italia, ma del mondo intero. A livello di numero di filiali sparse sul territorio nazionale, l’istituto senese si piazza al terzo posto, alle spalle di Unicredit e Intesa Sanpaolo e può contare su più di sei milioni di clienti. Oltre ad offrire i più tradizionali prodotti e servizi bancari, MPS è attiva anche nei campi dell’investment banking e dell’asset management, senza escludere la finanza innovativa d’impresa. Nel 2014 il gruppo ha fatto nascere anche Widiba, la banca online di MPS. Bisogna sottolineare anche l’esistenza della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, l’ente no-profit attivo nella promozione di iniziative culturali, ambientali e di ricerca. MPS è quotata alla Borsa di Milano e fa parte di diversi indici, tra cui Ftse Mib, Ftse Italia All-Share e Ftse Italia Banche.

Leggendo il precedente paragrafo ne viene fuori il ritirato di una banca con una grandissima esperienza, ma in grado anche di rinnovarsi e proporre servizi sempre al passo con i tempi. Ma nel 2013 qualcosa di veramente grosso ha scosso le fondamenta del gruppo: inchieste ed indagini portarono alla scoperta di brogli attuati dai vertici della società per coprire le perdite di bilancio, ma non solo (si scoprirono anche furti sulle operazioni finanziarie e altri reati finanziari di vario tipo). Inutile dire che lo scandalo ha avuto conseguenze devastanti sia per il gruppo che per la sua clientela.

L’intervento dello Stato e la sospensione del titolo in Borsa

Gli investitori hanno perso fiducia nei confronti dell’istituto e sono davvero pochi i privati che accettano di investire su un titolo debole e altamente volatile come quello di MPS; ma per lo stesso motivo anche i gradi fondi di investimento preferiscono stare alla larga dalle azioni dell’istituto. Arricchiamo lo scenario aggiungendo anche che c’è stato un fallito aumento di capitale. E quindi? La soluzione è, ancora una volta, l’intervento dello Stato attraverso un piano di salvataggio per le banche in difficoltà da 20 miliardi. Non si tratta però di un contributo a fondo perduto: innanzi tutto c’è la volontà di evitare un fallimento e, quindi una liquidazione che danneggerebbe soprattutto i risparmiatori, e poi, come spiegato da Padoan, la ricapitalizzazione è solo temporanea perché una volta risanata (e il ministro è sicuro che con questo intervento il risanamento sarà definitivo) la banca tornerà sul mercato.

Perché dovrebbe tornare sul mercato, non ci è già? Probabilmente qualche lettore si starà ponendo questa domanda. In realtà il titolo MPS ha ricevuto uno stop dalla Consob lo scorso 23 dicembre e il ritorno in Borsa non sarà immediato. Prima l’autorità di regolamentazione vuole fare un po’ di chiarezza e attendere che venga approvato il nuovo piano industriale e che si crei uno scenario adeguato per quanto riguarda l’informazione. Difficile fare previsioni su quando verrà dato nuovamente il via libera al titolo: probabilmente si dovrà attendere che ci siano maggiori certezze in merito all’aumento di capitale e al modo in cui interverrà lo Stato (e anche a se e come verrà applicato il burden sharing, ovvero la condivisione degli oneri che coinvolge azioni e obbligazioni subordinate, tutelando però i correntisti).

Ultima quotazione MPS e previsioni per il futuro

Probabilmente con la sospensione delle contrattazioni e senza quella spada di Damocle rappresentata dalla quotazione del titolo in costante caduta, la situazione potrebbe essere risolta con più calma e relativa serenità, anche se si pensa che la situazione venga chiarita prima della fine del mese di febbraio 2017. In uno scenario di questo tipo fare delle previsioni per il 2017 e il 2018 è davvero molto difficile. Il punto di partenza è rappresentato dalla quotazione MPS registrata il 22 dicembre: 15,08 euro. L’obiettivo dichiarato della banca è quello di recuperare una posizione commerciale forte, anche se i primi provvedimenti saranno quelli già confermati lo scorso ottobre, ovvero la chiusura di 500 filiali e il ricorso al fondo di solidarietà per più di duemila esuberi in tre anni, ma prima bisogna ben capire quale sarà la struttura dopo la ricapitalizzazione precauzionale: il 70% delle azioni sarà dello Stato, mentre il restante 30% sarà nelle mani di investitori istituzionali (con conversione obbligatoria delle obbligazioni subordinate in azioni); ci sarà un mercato retail che sarà composto dai vecchi azionisti e da quei risparmiatori che decideranno di non scambiare le azioni nate dalla conversione obbligatoria nei nuovi bond senior ma, come detto, al momento non è possibile sapere quando MPS verrà nuovamente quotato in Borsa e fare dei pronostici sulla valutazione è davvero molto difficile.

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