Fondi Comuni di Investimento: i migliori su cui investire

Molti risparmiatori non amano gli investimenti aggressivi e rischiosi e puntano su strumenti facili e relativamente più sicuri: negli anni ’80 , quando i classici titoli di Stato non erano in grado di garantire rendimenti adeguati, si sono affermati i Fondi Comuni di Investimento; il loro successo è testimoniato dal fatto che nel giro di pochi anni il numero dei Fondi esistenti è cresciuto a dismisura: scopriamo le caratteristiche dei Fondi Comuni di Investimento e cerchiamo di capire come è possibile individuare quali sono i migliori su cui investire.

Cosa sono i Fondi Comuni di Investimento

Prima di tutto bisogna capire cosa sono i Fondi Comuni di Investimento: siamo sempre nell’ambito degli strumenti finanziari (o, meglio ancora, prodotti finanziari) e la loro caratteristica principale è quella di permettere di investire nei mercati capitali frazionando il rischio. Possono essere visti come una sorta di cassa comune dove vanno a finire gli investimenti di una pluralità di risparmiatori privati; il denaro raccolto viene investito dalle Società di Gestione del Risparmio (le Sgr devono essere iscritte in un apposito Albo) in valori mobiliari, che possono essere azioni, obbligazioni, titoli di Stato e così via.

L’obiettivo dei Fondi Comuni di Investimento è quello di raggiungere, attraverso la gestione collettiva, dei risultati positivi in termini di maggiori rendimenti e potere contrattuale e di minori costi, senza dimenticare la diversificazione del portafoglio. Questi prodotti finanziari vengono di solito dipinti come la soluzione ideale per chi non ha grandi somme da investire e non vuole andare incontro a rischi importanti: la sicurezza del prodotto è data dal fatto che si investe su svariati titoli (in modo differente rispetto a quanto avviene con gli indici di Borsa) e anche se qualcuno di essi dovesse perdere di valore, il danno economico rimarrebbe limitato. Ma come sempre bisogna ricordare che parliamo di investimenti: questo vuol dire che il rischio (per quanto possa essere limitato) è sempre presente e i Fondi Comuni di Investimento non possono garantire nessun rendimento; l’ottenimento di un profitto per l’investitore dipende sempre dall’andamento delle attività in cui sono stati investiti i suoi risparmi.

Fondi Chiusi, Fondi Aperti e le varie tipologie

Il Fondo Comune di Investimento ha un unico portafoglio che è comune per tutti i suoi sottoscrittori ed è diviso in quote. Dal punto di vista tecnico il sottoscrittore acquista una quota del Fondo stesso: di fatto diventa il proprietario di una parte di patrimonio a cui si va ad aggiungere la plusvalenza (o, se le cose non vanno come sperato, la minusvalenza) e non dei vari titoli acquistati con lo stesso patrimonio. I Fondi Comuni di Investimento possono essere suddivisi in varie categorie: la classificazione più importante è quella tra Fondi Comuni Aperti e Fondi Comuni Chiusi. I primi hanno un capitale variabile e l’investitore è libero di acquistare o vendere le quote in ogni momento: il valore viene calcolato quotidianamente in base al prezzo di mercato delle attività in portafoglio e al numero di quote esistenti. I Fondi Chiusi hanno invece un capitale fisso e gli investitori possono sottoscrivere le loro quote solo nel momento in cui il Fondo viene istituito e possono riscattarle solo in determinati periodi dell’anno; il numero delle quote è predeterminato e chi vuole liquidare la propria può farlo solo sul mercato.

Un’altra classificazione può essere fatta in base al profilo di rischio e di rendimento atteso: abbiamo infatti i Fondi di Liquidità (sono adatti a chi non può investire per lunghi periodi, l’intero portafoglio è destinato in liquidità e obbligazioni: il rendimento è in linea con quello dei Bot, ovvero abbastanza contenuto, ma stabile), Fondi Obbligazionari (adatti per chi vuole investire in ottica di medio periodo, ovvero 3-5 anni, l’intero portafoglio è destinato in liquidità e obbligazioni: nel medio periodo il rendimento è leggermente superiore a quello dei Fondi di Liquidità), Fondi Bilanciati (adatti per chi vuole fare investimenti di medio-lungo periodo, il portafoglio è formato da un mix di obbligazioni, azioni e titoli di Stato e il rendimento è potenzialmente superiore rispetto alle due categorie viste prima), Fondi Azionari (pensati per le esigenze di chi vuole fare investimenti di lungo periodo, superiori ai 10 anni, e almeno il 70% dell’investimento viene fatto in azioni: i fondi diversificati su più Paesi risultano essere quelli meno volatili, mentre quelli più specializzati sono quelli che presentano il maggior grado di rischio), Fondi Immobiliari (Fondi Chiusi che investono prevalentemente in beni immobiliari e il rendimento per i sottoscrittori è rappresentato dalle plusvalenze maturate sugli immobili: questa tipologia di Fondo ha anche funzioni di stabilizzare i mercati finanziari e di sviluppare il mercato immobiliare), Hedge Funds (sono Fondi Chiusi il cui patrimonio è investito in attività ad alto rischio: sono prodotti che sfruttano gli strumenti speculativi come la leva finanziaria o le vendite allo scoperto; possono generare profitti molto importanti, ma anche perdite altrettanto elevate) e i Fondi di Fondi (il patrimonio è composto da quote di altri fondi, tra cui gli Hedge Founds: in questo modo anche i piccoli risparmiatori possono, seppur indirettamente, accedere a questa categoria di prodotto).

Come individuare i migliori Fondi su cui investire

Ora che sappiamo cosa sono i Fondi di Investimento e quali sono le varie tipologie esistenti non rimane che individuare quelli migliori su cui investire. Ovviamente non si tratta di una cosa semplice da fare, anche perché la scelta deve ricadere su un prodotto che si sposa al meglio con le esigenze di ciascun investitore (e spesso la soluzione migliore è rappresentata da un insieme di Fondi). Prima di investire bisogna naturalmente informarsi bene e fare dei confronti, aiutandosi con i vari documenti che possono essere recuperati (ad esempio fogli illustrativi e documenti contabili) e poi si devono valutare i costi (ciascun Fondo offre varie formule tra cui scegliere). I fattori che vanno considerati per individuare il Fondo Comune di Investimento migliore (o più adatto al proprio profilo da investitore) sono tanti: in primis bisogna vedere in cosa viene investito il patrimonio (come detto, i fondi obbligazionari saranno meno rischiosi e avranno un rendimento minore rispetto a quelli azionari), poi le varie commissioni (di entrata, di uscita, di gestione e quelle eventuali di performance), la presenza o meno di un benchamrk, ovvero di un indice che permetta di valutare l’andamento del Fondo nei confronti del mercato di riferimento, e l’andamento degli anni precedenti (le performance passate non danno certezza sui rendimenti futuri, ma sono comunque un aspetto da prendere in seria considerazione).

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